E’ la signora del vino e crede da sempre nel talento delle donne. Quella guidata dall’ imprenditrice agricola Donatella Cinelli Colombini, è stata la prima cantina interamente ‘in rosa’ d’ Italia e per le donne di talento ha inventato un premio, il Casato prime donne, che ha lo stesso nome del Brunello, dedicato alle amanti del vino. “Credo nel talento delle donne, ci ho puntato sin da subito, anche rischiando, ma i risultati poi mi hanno dato ragione.” Lei, già quindici anni fa, in tempi in cui il binomio donne-vino suonava ancora poco frequente, ha scelto di lavorare nella sua cantina con uno staff tutto al femminile, come le è venuta questa idea? “In realtà è iniziato tutto per caso. Cercavo un enotecnico e mi sono rivolta alla scuola locale. Mi risposero che i ragazzi erano tutti già impegnati, erano libere solo le ragazze: il tono era come a dire ‘non le vuole nessuno, sono le ultime scelte, gli scarti degli altri.’ Ho preso a lavorare questa bravissima enotecnica e non me ne sono mai pentita, ma quel colloquio mi ha aperto gli occhi su una realtà, il fatto che, in questo campo, l’ apporto femminile veniva vissuto come marginale. E’ stata quella la molla, che mi ha fatto pensare che era ora di valorizzare le risorse delle donne.” Non si è mai pentita di questa scelta? “Assolutamente no. Le donne, sul lavoro, molto spesso hanno una marcia in piu’: sono scrupolose, lavorano moltissimo, sono perfezioniste.” Ma in qualche cosa devono ancora migliorare? “Nel modo di proporsi, di vendere le loro competenze. Gli uomini sono molto piu’ abili a sottolineare i loro punti forti e a comunicarli all’ esterno. Le donne, invece, sono molto concrete, badano alla sostanza, a lavorare, ma questo essere ma meno brave nella comunicazione, diventa un limite quando ci si propone sul mercato.” Quindi che bisogna fare? “Innanzitutto le donne devono fare squadra, devono fare rete. Anche in questo gli uomini sono piu’ bravi e abituati di noi . Per millenni, andavano alla guerra e per salvarsi la pelle il cameratismo era una necessità, le donne invece sono state messe per molto tempo in competizione, ma e’ venuto il momento di imparare a fare rete.” Nel campo del vino, da quando ha cominciato lei le donne hanno fatto grandi passi in avanti sia come produttrici che come consumatrici. “E’ vero. Le imprenditrici del vino sono molte di piu’ oggi, ma c’è da dire, che la quasi totalità ereditano aziende vitvinicole che fanno parte del patrimonio di famiglia. C’ è bisogno comunque di fare rete perché, come donna, ho riscontrato spesso un gap di credibilità, per esempio quando c’è da trattare un mutuo con la banca o altre occasioni simili. Eppure le imprese guidate da donne, danno ottimi risultati. Il mondo del vino, diventa ogni anno piu’ femminile, ci sono moltissime donne incuriosite che si iscrivono a corsi di sommelier, e vogliono conoscere meglio il vino. Oggi abbiamo molte consumatrici informate. ” Esiste una sensibilità femminile per il vino? “Sicuramente si. Le donne sono molto attente al profumo, per esempio e odiano il sapore amaro, e poi, come con ogni cosa, anche per il vino sono molto attente a come si presenta un vino, il colore, l’ imbottigliamento. Quando ho deciso di produrre il primo vino dedicato alle donne, il Casato Prime Donne, ho tenuto conto di tutti questi elementi.” Perché ha deciso all’ epoca di produrre un vino rivoltyo alla clientela femminile. “Mi ero accorta che in Italia, tutti gli assaggiatori e tutti i critici erano uomini. Io ho pensato a un vino che potesse piacere alle donne, incuriosirle e magari spingerle ad approfondire quello che c’è dietro e intorno un buon bicchiere. Oggi abbiamo tante ragazze aspiranti somellier e molte piu’ giornaliste che si occupano di vino, per non parlare del numero sempre crescente di curiose e appassionate. Ovviamente, nel fare un vino per le donne, la mia scelta di uno staff tutto al femminile, si è rivelata un’ arma in piu’, e non solo in quest’ occasione.” Il Casato Prime Donne, ogni anno premia donne che si siano particolarmente distinte nel loro campo, qual’ è il criterio con cui sono state scelte donne apparentemente diverse come, Kerry Kennedy, Carla endi, Ilaria Capua, Carla Fracci, Samantha Cristoforetti o, la premiata di quest’ anno, l’ astrofisica Sandra Savaglio? “Il coraggio. E’ la prima qualità che riconosco in tutte queste donne. Con il Premio vogliamo dare risalto a un modello femminile, quello della donna che, con coraggio e determinazione, si fa strada in campi difficili e ha successo. Sono donne che incarnano un modello femminile che vorrei proporre a tutte le donne, esempi perché le donne possano farsi strada, senza paura in questo mondo.”
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