Anna Cassarino sembra proprio una creatura dei boschi. Minuta e scattante, sorriso comunicativo, vestita di turchese, la ‘signora degli alberi’ , comasca di 58 anni, potrebbe essere un elfo o una ninfa. Passeggiamo in uno dei tanti parchi di Roma, non dei piu’centrali. Lei non ci ha mai messo piede. “Si sente odore di fico”, dice all’ improvviso. Eppure, in vista, c’è solo una pineta e un prato coperto di margherite che ci certifica che è finalmente primavera. Ma Anna non si è sbagliata e, svoltata una curva, nel mezzo di un piccolo avvallamento, non meno di duecento metri piu’in là, ci sorprende una grande pianta, spoglia ma imponente. “Eccolo!” dice lei, “E’ un fico selvatico. Avrà tra i 70 e i cento anni. Il fico è un albero speciale, sacro in tutte le culture, ha delle radici potentissime che si installano anche sui muri, si infilano dappertutto. E’ una pianta meravigliosa: grazie alle radici del fico puo’ nascere una fonte. Questo essere vivente puo’ trovare l’ acqua, anche dove sembra non essercene!” Poi ci racconta dei germogli che contengono le uova dell’ insetto impollinatore e del ficus constrictor che nasce e cresce attaccato ad altre piante. Così, una mattinata nel verde urbano, si trasforma in un’ occasione per ascoltare tanti aneddoti sulle creature a cui questa donna dedica la vita: gli alberi. Anna gira l’ Italia in camper, tutto l’ anno,per scoprire storie, curiosità, virtu’ delle piante e auditorii di persone che li ascoltino. Perché, é convinta, “Solo gli alberi possono salvare il mondo”. Com’ è nata la sua passione? “Gli alberi mi sono sempre piaciuti, ma la svolta è stata nel 1993, grazie a un viaggio in Messico. Sono rimasta sconvolta dalla potenza della natura che ho percepito lì e ho deciso di dedicarmi completamente a raccontarne la bellezza e la forza.” Dedicarsi completamente, ha significato, per lei, abbandonare tutto per diffondere la ‘cultura dell’ albero’. Prima com’ era la sua vita? “Ero guida turistica, a Firenze, un mestiere con cui si guadagna piuttosto bene. Lavoravo mezza giornata, l’ altra mezza la dedicavo all’ arte, la mia passione fin da piccola: dipingere e scrivere. Avevo un attico meraviglioso, appena fuori città (dalla finestra un panorama mozzafiato) che pero’, ad un certo punto, é diventata una prigione dorata. Mi sono fatta coraggio e ho deciso di dedicarmi a quello in cui credevo. Ho iniziato a occuparmi di ecologia scrivendo per riviste di arte, parlando della natura e legandola alle tematiche dell’estetica. Poi, un po’ alla volta, ho approfondito questi argomenti e speravo di coinvolgere altre persone. E invece, mi sono scontrata contro una mentalità chiusa ed un’insensibilità al bene comune, alla possibilità di cambiare le cose. Percio’, ormai da nove anni, ho venduto la mia bella casa. Ora vivo sul camper, senza nessun rimpianto. Giro tutta Italia alla ricerca di alberi speciali e persone che abbiano voglia di ascoltare le loro storie, i loro poteri.” Ma c’era bisogno di cambiare così radicalmente vita per dedicarsi alla ‘causa’? “Ho dovuto trovare questo modo un po’ estremo di affrontare il mio progetto perché, a cinquant’ anni, facevo fatica ad entrare in certi circuiti. Ho bussato a tante porte ma in pochi hanno creduto alle mie proposte: onlus, comuni, province. Dopo tante porte in faccia, avrei potuto scoraggiarmi, invece mi sono detta:’io non mi faccio abbattere’ e ho deciso di fare da me. Ora trovo ascolto, riscuoto interesse ma spesso mi scontro ancora con la burocrazia.” Anna, come un’ antica cantastorie gira di città in città, di provincia in provincia. Arriva con il coloratissimo camper in scuole, piazze, biblioteche e Chiese e nelle sue seguitissime performances, con un linguaggio suggestivo e fantasioso, degno di una fata dei boschi, diffonde la sua tesi: “Gli alberi sono gli unici esseri viventi che possono salvare il mondo.” spiega “Possono rimediare a praticamente tutti i problemi ambientali:stendersi sotto la loro ombra d’estate riduce il bisogno di ricorrere ai condizionatori e quindi, fanno risparmiare soldi ed energia, consolidano il terreno con le loro radici, e riducono la fame nel mondo perché i loro frutti e semi nutrono persone e animali. E questi sono solo gli esempi piu’ banali. Ogni albero piantato in piu’ o in meno fa la differenza. Il mondo è qualcosa di cui mi sento responsabile. Ma il concetto di responsabilità non coincide per forza con quello di ‘peso’. Ognuno di noi puo’ fare qualcosa. Io faccio questo.” Qual’ è il segreto del successo delle sue performances? “Credo sia nel linguaggio. E’la prima cosa su cui ho lavorato. Anche l’ ecologia come molti altri argomenti che riguardano tutti, spesso viene trattato attraverso un linguaggio troppo tecnico che scoraggia chi ascolta. Io sono una narratrice, non una scienziata e alla fine degli incontri, la gente mi chiede approfondimenti, compra i miei libri, visita il mio sito internet,insomma vuole sapere e rispettare di piu’ questi meravigliosi esseri viventi, gli alberi, di cui siamo tutti debitori. E io mi sento pienamente felice per questo.” Qual’è il suo albero preferito? “Il Calicanto. Si trova ovunque, nei giardini.” E cos’ ha di speciale? “Profuma di paradiso! E fiorisce in inverno. E’ questo che mi piace: si differenzia. Non è un albero particolarmente bello ma fiorisce quando gli altri sono spogli e, forse, il suo profumo mi sembra così meraviglioso proprio perché il Calicanto ricorda la bellezza e la potenza della vita quando tutto il resto è avvolto dall’ apparente ‘morte’ dell’ inverno.”
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