Donatella Cinelli Colombini e il vino delle donne

Donatella Cinelli ColombiniE’ la signora del vino e crede da sempre nel talento delle donne. Quella guidata dall’ imprenditrice agricola Donatella Cinelli Colombini, è stata la prima cantina interamente ‘in rosa’ d’ Italia e per le donne di talento ha inventato un premio, il Casato prime donne, che ha lo stesso nome del Brunello, dedicato alle amanti del vino. “Credo nel talento delle donne, ci ho puntato sin da subito, anche rischiando, ma i risultati poi mi hanno dato ragione.” Continua a leggere

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Sandra Savaglio, astrofisica di fama mondiale che sceglie di tornare a fare ricerca in Calabria

La signora delle stelle, astrofisica italiana di fama mondiale, che nel 2004 era stata messa in copertina da Time, come simbolo della fuga dei cervelli d’ Europa,dopo anni di studi e di successi negli Stati Uniti e in Germania decide ora di tornare alla sua terra, la Calabria, e si stupisce che in molti siano sorpresi della sua scelta. Ma Sandra Savaglio, 47 anni, sembra non vedere l’ ora di tornare a fare il suo lavoro la’ da dove, tanti anni fa, era partita, a Cosenza, in un dipartimento di fisica che è un fiore all’ occhiello per la ricerca italiana.  L’ abbiamo incontrata a Montalcino, dove le è’ stato assegnato il prestigioso premio Casato Prime Donne, che ogni anno va a donne che, nella loro vita professionale, abbiano avuto il coraggio che serve per arrivare al successo e possano essere d’ esempio e di incoraggiamento per le altre donne. “Ho sempre fatto quello che la gente non si aspettava da me come donna: la scienziata, lo sport, la difesa di chi non ha voce, contro gerarchie di cui in tanti hanno smisurato rispetto”, ha scritto lei nella dedica che le premiate usano lasciare nel momento in cui ritirano il Premio, ma ci vuole più’ coraggio per una donna a farsi strada in un mondo percepito ancora come maschile, come quello della scienza, o per tornare indietro,  per provare a continuare a fare nella propria terra d’ origine la ricerca che si fa nei più’ importanti atenei mondiali? Continua a leggere

Jamal Taslaq, palestinese, il primo stilista che avrebbe dovuto far sfilare i suoi modelli nel palazzo dell’ Onu, ma poi, é tornata la guerra…

logo (1) jamalPubblicato su “Vero”

“Era tutto pronto, si sarebbe realizzato un sogno, per me, quel giorno. Ma poi, é tornata la guerra…” Jamal Taslaq, 44 anni è arrivato a un passo dal sogno, l’ ennesimo che si sarebbe realizzato nella sua vita,fatta tutta di sogni e lavoro per raggiungerli. Questo palestinese, da 24 anni in Italia, è uno degli stilisti emergenti piu’ quotati del made in Italy, delle sue creazioni si sono innamorate attrici di Hollywood, rockstar e principesse arabe: Sharon Stone, Patty Pravo, Ranja di Giordania e tante altre hanno indossato i modelli di Jamal Taslaq e nel suo atelier di Via Veneto, c’è un via vai continuo di donne alla ricerca di un eleganza che concilia oriente e occidente. Il 15 luglio, Jamal, avrebbe dovuto mettere un evento indimenticabile nel suo curriculum: sarebbe stato il primo stilista a sfilare al palazzo di vetro dell’ Onu, a New York, nel Rose Garden. Ma ci si sono messi i venti di guerra, che nella sua regione non smettono mai di soffiare Continua a leggere

Enrico Casarosa, un italiano all’ Oscar

“Secondo me per avere belle soddisfazioni ci vuole un misto di gavetta e iniziativa personale. Bisogna studiare tanto ed essere coraggiosi, cercare di rubare i segreti del mestiere direttamente sul campo e poi credere in quello che si fa, nel mio caso, credere nelle mie storie. Oggi, grazie alla tecnologia i costi per realizzare propri lavori da proporre sono accessibili per tutti. Bisogna studiare e poi buttarsi!” sono preziosi questi consigli di Enrico Casarosa, 40 anni genovese di nascita dal 1994 negli Stati Uniti, visto che, evidentemente, sono il segreto del suo successo. E che successo! Enrico ha rischiato di conquistare uno dei piu’ ambiti riconoscimenti del mondo e ha portato un po’ di orgoglio italiano nella notte degli Oscar. Il talentuoso autore de “La Luna” ha partecipato infatti con il suo cortometraggio animato, prodotto dal colosso Pixar, alla gara per aggiudicarsi il premio piu’ importante del cinema mondiale. Ma chi è questo ragazzo partito 18 anni fa dall’ Italia con la sua valigia di sogni e arrivato nell’ olimpo di Hollywood?”Mah, sono uno che ha lavorato tanto e ha inseguito i suoi sogni.”
Enrico com’ è nata questa passione per i cartoon? “E’ antica. Io sono cresciuto negli anni ’70-’80 a ‘pane e cartoni animati giapponesi’. Considero i cartoni animati cibo per la mia anima ed i miei occhi e ho sempre amato questa forma espressiva anche se, fino ai ventidue anni, non avrei mai immaginato che questa passione si potesse trasformare in un lavoro. Io, in realtà, avrei dovuto diventare un ingegnere, studiavo per quello.”
E quando hai deciso di cambiare strada? “Quando mi sono trovato, per caso, a visitare un scuola di illustrazione a Milano. Non avevo pensato fino a quel momento che la mia passione potesse diventare un lavoro semplicemente perché non sapevo nemmeno che esistesse questo lavoro. Quando sono entrato in quella scuola ho capito che la mia strada poteva essere quella. Così ho lasciato un futuro piu’ sicuro da ingegnere per tentare qualcosa di piu’ avventuroso.”
Ma l’ avventura era appena cominciata: nel 1994 ha deciso di salpare verso gli Stati Uniti. “Si. Dopo il servizio militare, avevo 23 anni. Ho agito d’ istinto. E non mi sono pentito”.
Perché sei partito? “Sempre per la voglia di migliorarmi e studiare. Sono andato in un’ altra scuola. Da lì ho cominciato a bazzicare i piccoli studi per imparare il piu’ possibile.”
Insomma la gavetta, prima della Pixar è stata lunga.” Certo, ma ineludibile. Non si puo’ prescindere dall’ imparare i segreti del mestiere sul campo.”
E poi? “E poi sono andato avanti a credere e a produrre le mie storie. Ho avuto l’ occasione per lavorare a ‘Blue Sky’ a due lungometraggi importanti come Robots e l’ ‘Era Glaciale’ e poi ho avuto la grande occasione con la Pixar, ma certo, la strada è stata lunga e lo sarà ancora e bisogna lavorare sodo, non ci sono scorciatoie.”
La strada lunga è partita da Genova, con il tuo corto, nella notte degli Oscar ci sarà anche un po’ di Italia? “Certo, e ne sono molto orgoglioso. Le mie radici si vedono tutte anche nella storia che racconto.”
Di cosa parla? “E’ una classica storia di iniziazione, quella di un bambino che accompagna per la prima volta il papà e il nonno sul mare, dove loro lavorano.”
E’ qui che escono le origini? “Certo, la storia l’ ho ambientata nel Mediterraneo ad inizio del novecento. Il mare è un elemento fondamentale. Io a Genova vivevo sulle alture e ce lo avevo sempre davanti, quello de’La Luna’ è il mio mare, il mare italiano, quello della mia infanzia.”